Peppino Impastato fu un giovane attivista e giornalista italiano nato a Cinisi, in Sicilia, nel 1948.
Egli dedicò la sua vita alla lotta contro la mafia, pur essendo figlio e nipote di mafiosi. Fondò inoltre una stazione radiofonica chiamata “Radio Aut”, che trasmetteva messaggi contro il potere mafioso facendo nomi e cognomi. Il giornalista aveva una voce forte e coraggiosa e non aveva paura di denunciare le malefatte della mafia. Attraverso la sua attività e la sua partecipazione attiva alla politica, cercò di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gravità del problema mafioso in Sicilia. |
Il 9 maggio 1978, Peppino fu ucciso dalla mafia.
Il suo corpo venne ritrovato accanto a una linea ferroviaria e gli assassini inscenarono una sorta di tentato suicidio per depistare le ricerche, tanto da mettere, sotto il cadavere, della polvere di tritolo.
Dopo la sua morte, la famiglia, soprattutto la madre e gli amici, continuarono la sua lotta contro la mafia, dando vita ad una fondazione che porta il suo nome e che promuove attività di sensibilizzazione sulla questione.
L’omicidio di Peppino Impastato destò una forte reazione sull’opinione pubblica e sensibilizzò la gravità del problema mafioso in Italia.
La sua figura divenne un simbolo della lotta contro la mafia e un esempio di coraggio e impegno civile per molte generazioni.
La storia di Peppino Impastato ci ricorda il coraggio, la volontà di non tacere di fronte alle ingiustizie e dell’impegno per difendere i valori della giustizia e della libertà.
La sua vita e la sua morte sono un monito per tutti noi, affinché non si dimentichi l’importanza della verità.